Una storia lunga mezzo secolo di Mauro Fattor.
Sabato 22 novembre 1947. I quotidiani aprono la prima pagina con l’annuncio della Conferenza di Londra. Il segretario di Stato americano Marshall, il ministro degli Esteri francese Bidault e i suoi colleghi Bevin per La Gran Bretagna e Molotov per l’Unione Sovietica si stanno preparando a gettare le basi della nuova organizzazione geopolitica dell’Europa e a lasciarsi alle spalle i fantasmi della guerra. L’atmosfera internazionale è cupa e Londra non risolverà tutti i problemi.
Si rimargineranno vecchie ferite, altre se ne apriranno. Ma con Londra il capitolo della guerra si chiude sul serio. Allentare la tensione, favorire la ricostruzione. Da Londra il mondo si aspettava soprattutto questo. E ricostruire diventa la parola chiave per comprendere l’atmosfera di quei giorni. Ricostruire sulle macerie materiali lasciate dalla guerra, ma anche ricostruire nella testa della gente una parvenza di normalità sulle macerie lasciate dal nazismo e dal fascismo.
Per tornare a vivere poco a poco. Sabato 22 novembre 1947. Ricostruire. L’Italia sta cercando faticosamente di rimettere in piedi un registro edilizio nazionale. Le cronache di quei giorni pensano soprattutto a questo. Un problema tecnico e organizzativo importante per gestire la ricostruzione. Certamente un approccio molto prosaico che lascia la politica in secondo piano. La voglia di normalità si esprime anche in questo modo. Apparentemente una bizzarria se si pensa a quel che stava accadendo a Londra e se si ricorda che esattamente di lì a un mese sarebbe stata varata la nuova Costituzione repubblicana. Tornare a vivere, questo contava. Londra sembrava terribilmente lontana e forse per molti versi lo era davvero. Fascismo, occupazione nazista e i brandelli di guerra civile scaturiti dalla follia di Salò avevano lasciato strascichi e pesanti fratture talvolta insanabili. Non tanto a livello della grande politica che col tempo digerisce e metabolizza tutto quanto a livello personale. Tra amici, vicini di casa, compagni di scuola, tra gente di sport. Sport appunto. 22 novembre 1947. Ricostruire. Nasce la SAB Società Atletica Bolzano. La voglia di atletica e il profumo delle piste spengono il risentimento anche in una terra difficile come l’Alto Adige. La notizia è riportata in un insignificante trafiletto del quotidiano Alto Adige del 23 di novembre.